cenni storici sul Monte Grappa

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Il monte Grappa è una montagna delle Alpi alta 1.775 m s.l.m. Fa parte delle Prealpi venete e segna il confine tra le province di Vicenza, Treviso e Belluno.

Il monte Grappa si erge a ridosso della pianura veneta. Il suo clima è spesso influenzato da condizioni meteo estremamente variabili. Le precipitazioni sono abbondanti durante tutto l’anno, specialmente nel periodo autunnale, invernale e primaverile.

Teatro di scontri decisivi nel corso della Prima guerra mondiale e alcuni avvenimenti della Seconda guerra mondiale, è conosciuto a molti per il sacrario militare del monte Grappa che contiene resti di militari italiani e austroungarici assieme ad un museo della Grande Guerra.

Nella prima guerra mondiale, dopo la sconfitta italiana di Caporetto, la cima diventò il perno della difesa italiana, tanto che gli austriaci tentarono inutilmente e più volte di conquistarlo, per poi avere accesso alla pianura Veneta. Costruendo caverne nella roccia e postazioni fisse di artiglieria, dalla cima gli italiani dominavano e tenevano sotto controllo il fronte sino al Montello, lungo una linea che parte dal monte Valderoa e va fino a colle Caprile.

Nel corso della Seconda Guerra mondiale il Grappa fu rifugio delle formazioni partigiane. Proprio sul Grappa venne effettuata una sanguinosa retata dei nazisti e dei fascisti fedeli alla Repubblica di Salò. I combattenti che non vennero uccisi sul posto, vennero impiccati pubblicamente nella vicina Bassano del Grappa. I nazifascisti impiegarono nell’operazione da 15.000 a 20.000 uomini, per scovare e affrontare i 1.500 partigiani celati nei borghi e nelle pendici della montagna.

 Fra le numerose opere di difesa costruite in caverna per postazioni delle artiglierie e delle mitragliatrici e per ricovero delle truppe, quella che tutte sovrasta è la grande Galleria Vittorio Emanuele II°. Essa è formata da un tronco principale che, sviluppandosi sotto il costone di cresta, pone in comunicazione il versante scendente a sud verso il Cason d’Ardosa con l’estremo sperone nord. Da questa, che costituisce il corridoio centrale lungo 1400 metri, si dipartono numerose diramazioni laterali che adducono alle batterie ed agli appostamenti per le mitragliatrici. Lo sviluppo complessivo della Galleria è di 5153 metri.
Un’ininterrotta serie di trincee solcava poi i colli, linea di estrema difesa tenacemente tenuta, pur con alterne fortune, dalle nostre truppe.
Caserme ed attendamenti completavano infine l’attrezzatura bellica del massiccio.

Alla fine del conflitto il Grappa è un immenso cimitero: ben 23.000 sono stati i morti, decine e decine di migliaia i feriti da ambo le parti. I resti di quella che fu la grande IV armata vengono inizialmente tumulati in sepolcri provvisori,tale sistemazione non era pero’ adeguata.
 Sorse così l’idea di un unico grande cimitero a carattere monumentale. Sulla cima già esisteva il sacello della Madonnina dei Grappa: la statua bronzea raffigurante Maria Ausiliatrice, installata sulla cima nel 1901, era stata mutilata da una granata nemica nel gennaio del ’18. Restaurata, ma con i segni appariscenti delle ferite, e decorata con la croce di guerra, essa ritornò sul Grappa nel 1921.
 Nel 1925 ebbero perciò inizio i lavori per la costruzione dell’Ossario monumentale, inaugurato dieci anni più tardi, il 22 settembre 1935, dal re Vittorio Emanuele III.
L’intera costruzione si adagia, lineare ed imponente, sul costone di vetta, con l’aspetto di una fortezza.

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